Come sempre a Monaco, a pochi minuti dal via, la pista è piena e i
cuori anche. Ogni sorta di aspettative, emozioni, timori (“controlla il
cerchio, sembra che il pilota abbia sfiorato la barriera…”) prima che si
formi una griglia di partenza che in cima è tutta rossa. Tanto, forse
tutto si può decidere nei pochi secondi fra la linea di partenza e la
staccata di S.te Devote.
Ma in realtà è la partenza più “normale”,
la più desiderata, quando hai due macchine in prima fila. Kimi scatta
bene dalla pole, sul lato destro della pista, tirandosi dietro Seb che
resiste alla Mercedes. Le due SF70H allungano già un po’ su Bottas,
Verstappen e Ricciardo. Il caldo renderebbe difficile comunque seguire
un’altra monoposto da vicino, per paura di surriscaldamenti. Seb segue
Kimi a circa 1”4 in questa fase, ma le Rosse iniziano già a forzare il
ritmo, girando sull’1’17” basso. Le strategie di base sono semplici: un
solo cambio gomme poco prima di metà gara, per passare dalle Ultra alle
Supersoft: meglio quindi costruirsi da subito un piccolo vantaggio. A un
sesto di gara, tra le due Ferrari ci sono poco più di due secondi,
mentre Bottas perde terreno. Un po’ di animazione arriva al giro 15:
miglior tempo per Sebastian, 1’16”197. Al passaggio successivo, il
retrotreno della Renault di Hulkenberg inizia a fumare nella discesa
verso il Mirabeau. Nella postazione, gli ingegneri si attivano subito in
caso di safety car, ma c’è solo bandiera gialla. La voce impassibile di
Diego Ioverno scandisce le possibili procedure. Con le luci gialle,
Bottas ha rallentato meno delle Ferrari e adesso è a cinque secondi da
Seb, che a sua volta si è avvicinato a Kimi.
Ventiseiesimo giro,
siamo già in zona doppiaggi. Per passare Button e Wehrlein, in lotta fra
loro, Kimi perde tempo. Passa anche Seb, ma Bottas ha recuperato
quattro secondi. Il duo rosso reagisce con prontezza. Al giro 32 la Red
Bull apre le danze col pit-stop di Verstappen. Un giro dopo tocca a
Bottas. Subito dopo la Ferrari si protegge cambiando – come previsto –
le gomme a Kimi. Seb si trova così in testa davanti a Ricciardo che
spinge furiosamente, lotta con Seb a colpi di migliori parziali. Il
miglior giro di Vettel, 1’15”587, dà un’idea del potenziale Ferrari.
Ricciardo va ai box a metà gara e Seb continua a forzare, preparando il
suo pit-stop alla fine del 39esimo giro. In uscita se la vedrà con Kimi:
e la manovra riesce.
A Montecarlo questo di solito vuol dire che,
per cambiare qualcosa al vertice, servono grosse sorprese. Seb continua
a tirare, mentre Kimi si tiene dietro Ricciardo. Ed ecco l’imprevisto:
mancano 18 giri e Wehrlein, urtato da Button, si pianta al Portier, con
la Sauber ribaltata a 90 gradi contro le barriere.Esce la safety car,
distacchi azzerati quando il leader aveva 12” su Raikkonen. Seb si
informa via radio, gli dicono che Pascal è incolume. L’interruzione è
lunga, la SC rientra a 12 giri dalla fine. La gara si riapre. Si
rilanciano bene le due Ferrari, mentre dietro è bagarre e Vandoorne va a
sbattere a Sainte Devote. Poi, le emozioni sono quasi finite. Ne resta
solo una: quella del traguardo. La più bella di tutte.
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